Lavori
Ognuno dei miei ricami è racchiuso in una scatola realizzata assemblando oggetti di recupero dalla vita quotidiana, che contribuiscono a spiegare il messaggio che voglio trasmettere. Il ricamo è l’anima, intima, protetta, introversa. La scatola è la mente, il cammino nel mondo, lo sguardo verso l’esterno, lo scambio con gli altri, la gioia esuberante.
Mostruosità dell’eccesso – Settembre 2021
Su una striscia di cotone, ritagliata da un lenzuolo proveniente da un vecchio corredo, ho ricamato parte di un dialogo tratto da un racconto di Borges intitolato Funes il memorioso. Borges è uno scrittore che adoro, mi rispecchio molto nella sua contorta maniacalità.
Nel racconto Funes racconta di aver scoperto un sistema originale di numerazione usando le parole al posto dei numeri; sulla striscia ho ricamato alcune delle sue parole. L’ultima, “sentirmi” è ricamata invece su un leggerissimo ritaglio di cotone, quasi trasparente, nel quale ho avvolto una serie di oggetti che rappresentano la sua mente sconnessa e puntigliosa allo stesso tempo (controllo/non controllo).
Invece di aspettare che qualcuno ti porti fiori – Marzo 2021
Fazzoletto di lino, circa 20 centimetri per 21. Un grande fiore colorato circondato da raggi di luce bianca, che simboleggia l’energia dalla quale è permeato.
Ho cercato di trasmettere il concetto di profumo, opulenza, fiore che diventa frutto; per contenerlo ho usato una scatolina che mi è molto cara, portatami da mia madre di ritorno da un viaggio in Cina.
Saffron – Marzo 2021
Questo fiore colorato è ricamato su un ritaglio di un vecchio sudario. Mi sono ispirata a un’incisione di un erbario del 1540, l’Herbarum, Arborum, Fructium, Frumentorum, del tedesco Christian Egenolff.
La scatolina di cartone che lo contiene è rivestita con miei disegni, una fotografia ventennale fatta con la mia Voigtlander Vito B, ritagli di carta e una targhetta di metallo appartenente a un vecchio ascensore.
Giochi ogni giorno – Febbraio 2021
Questo ricamo floreale è realizzato sul polsino di una vecchia camicia di cotone. Sulla parte inferiore ho cucito alcune spille da balia di dimensioni diverse. Quando il ricamo viene sollevato manda un lieve rumore di metallo, molto musicale, che ricorda vagamente il vento o lo scorrere dell’acqua.
Il polsino è racchiuso in un vecchio portapennelli cinese, sul cui coperchio ho incollato un pezzetto di legno proveniente da un corbezzolo della Sardegna del nord; la base poggia su due listelli di legno che usavo anni fa per appoggiare le tele sulle quali dipingevo a olio.
I miei sogni sono come la vostra veglia – Febbraio 2021
Ho ricamato una frase del mio racconto preferito di Borges su un tessuto quasi trasparente applicato sul ritaglio di un elaborato sparato di una camicia da smoking, dal quale pendono alcuni contagocce di vetro, che tintinnano quando si muovono.
Sotto la frase c’è un secondo ricamo, sul ritaglio di un sudario, sul quale è ricamato un fiore di passiflora, citato nell’incipit del racconto.
Il memorioso – Febbraio 2021
Su questa striscetta di stoffa ricavata dal bordo di un lenzuolino vintage di cotone spesso. ho ricamato una frase tratta dal mio racconto preferito di Borges: “Funes, o della memoria”.
Sulla parte inferiore ho cucito diversi bottoni e bottoncini di madreperla; sulle due estremità della striscia ci sono due piccolissimi automatici, per allacciare la striscia di stoffa al polso o ad un supporto.
Nel fosso – Settembre 2020
Il terzo ricamo della serie degli arcipelaghi differisce leggermente dagli altri due per l’aggiunta di un terzo filo, una terra scura, al verde e al bianco, e la firma in rosso. Anche il tessuto è molto diverso dai primi due: si tratta di un vero e proprio strofinaccio, un ritaglio impreciso (i lati lunghi misurano uno 65 cm e l’altro 66, e i lati corti uno 29 e l’altro 30 cm) di una stoffa di cotone piuttosto grossolana.
A differenza di Sottocosta, che ritrae uno scorcio calmo e ozioso, come quello di una barca a vela ormeggiata a breve distanza dalla terra, e di Naufragare, con il quale ho voluto trasmettere l’ingegnarsi, la ricerca e la raccolta delle risorse trovandosi alle prese con una situazione di emergenza, con questa scatola ho voluto esprimere la sensazione che ho spesso provato durante le traversate in traghetto, quando incuriosita gettavo lo sguardo nella sala macchine, che in gergo viene chiamata il fosso.
Naufragare – Agosto 2020
Questo lavoro fa parte di una serie di tre ricami, che ho riunito sotto il nome “Prendere il controllo, perdere il controllo”. Sono gli unici tre lavori (finora) ricamati su tessuti che ho precedentemente colorato, in questo caso con dei granuli di ferro per le piante. Ho descritto il procedimento in questo post sul blog.
I tre ricami sono realizzati su tre tessuti estremamente diversi tra loro; per questo “arcipelago” in particolare ho usato su un ritaglio di cotone sottilissimo, liso e bucato in vari punti, che misura 45 centimetri di altezza per 52 di larghezza. L’ho portato spesso con me in un periodo nel quale andavo a fare il bagno sia al mare che al lago; mi piace pensare che tra i fili rimangano impigliate le energie che in quel momento la natura esprimeva.
Sottocosta – Luglio 2020
Il primo ricamo dei tre che fanno parte della serie degli Arcipelaghi; la particolarità di questi pezzi è che sono stati realizzati su tessuti precedentemente impregnati con acqua e granuli di ferro, poi lasciati al sole per un paio di giorni allargati su un tavolo, e lavati.
La base di questo lavoro è un tovagliolo di un cotone pesante, creato a sua volta a partire da un lenzuolo di un vecchio corredo della madre di un mio caro amico, originaria della Sabina. Misura circa 42 centimetri di larghezza e 38,5 di altezza e a differenza di quasi tutti gli altri ricami ha un orlo di quasi 3 centimetri su tutti i lati. Si tratta di un tessuto piuttosto robusto, l’opposto esatto di quello che ho ricamato subito dopo, “Naufragare”.
Anche se non voglio – Giugno 2020
Questo ricamo, che raffigura un uccello su un ramo con foglie e bacche, l’ho lasciato fermo a lungo senza finirlo. Mi capita spesso di bloccarmi su un lavoro in attesa che l’ispirazione arrivi e mi porti a completarlo, cosa che poi avviene velocemente e senza ostacoli mentali.
In questo caso in particolare ho ripassato tutto il disegno con fili più accesi, che esprimono molto meglio il concetto che ho di questo genere di volatili, e ho usato il filo bianco solo per le foglie, come ho fatto anche per questa qui, ricamata sullo stesso tipo di fazzoletto, che in questo caso misura circa 19 centimetri in larghezza e 18 in altezza.
Materna – Agosto 2019
Ho iniziato questo ricamo nell’agosto del 2019; l’ho lasciato da parte a lungo e ho ripreso a lavorarci solo due anni dopo. Per tutto il mese di agosto del 2021 il ricamo e la creazione del contenitore hanno proceduto parallelamente alla malattia della mia adorata gatta, che amavo profondamente; li ho poi terminati poco dopo la sua morte.
Il disegno è ispirato alle gallerie che le larve di un insetto della famiglia dei Curculionidi, il bostrico, scavano sotto la corteccia di alcuni tipi di alberi, principalmente abeti rossi, pini e larici, di solito quando sono già indeboliti da attacchi di altri insetti, danneggiati da frane e maltempo o anche già morti. Inizialmente la mia attenzione era focalizzata quindi sul mio ribrezzo/attrazione verso il brulicare nascosto degli insetti; ma quando Nebbia si è ammalata e ho iniziato a mettere insieme la scatola il mio sentito era molto più cupo e inquieto.
El siempre mar – Novembre 2018
Ho ricevuto in dono questo fazzolettino di quello che credo sia un lino un po’ spesso, insieme a vari altri molto simili, di misure tutte diverse, forse ricavati da una vecchia tovaglia o un lenzuolo. Tutti avevano un piccolo fiore ricamato a rilievo su un angolo, di colori e fattezze diversi tra loro. Questo in particolare misura circa 20 centimetri per 19, e fa parte dei lavori che ho fatto il primo anno che ho iniziato a ricamare, il 2018.
I miei primi ricami erano chiarissimi, quasi evanescenti, usavo solo fili grigio chiarissimo, azzurri, beige. Mi sono resa conto solo in seguito, riguardandoli a distanza di anni, che esprimevano una mia timidezza nell’essere ciò che volevo essere, erano appena sussurrati.
Soffia vento, vieni naufragio – Ottobre 2018
Tra i primi ricami, più volte sfilato e ricominciato, su un tessuto di lino molto liso e leggero, quasi una garza; ho ripreso i fiori da un mio dipinto a olio del 2005, ma ho aggiunto il vento, che li ha trasformati in eroi gioiosi e liberi, che abbracciano il loro destino finalmente lontani dalla mania di controllo, anche a costo dell’incolumità.
Questo tipo di tessuto si increspa molto sotto l’azione dei fili; crea depressioni e collinette ed è interessante vedere come reagisce tirando più o meno il filo durante il ricamo. Ho lasciato i bordi sfrangiati e disordinati in omaggio al lasciare andare e al seguire il fiume, attitudine che sto coltivando da anni e che finalmente inizia a far parte di me, profondamente.
Scivola – Agosto 2018
Uno dei primi ricami che ho realizzato, su un ex tovagliolo a sua volta riciclato dal lenzuolo di un corredo proveniente dalla Sabina, della metà del ‘900; le carpe koi mi hanno sempre affascinata perché sono tra i pesci più flessuosi ed eleganti, legate alla cultura orientale che negli ultimi anni ho seguito con interesse e una certa dose di ammirazione. Ho rimaneggiato il ricamo varie volte sostituendo il colore e il tipo dei fili.
La base del contenitore è una semplice scatola di cartone, anche piuttosto leggero. Ho incollato sul lato sinistro il ritaglio della copertina di un mio vecchio artbook, sul quale avevo disegnato due carpe koi a penna biro. La copertina è apribile, ed è tenuta ferma sul lato destro con un piccolo automatico di metallo.