Om suryam sundara
Oltre la nona porta della stanza di partenza.

A dispetto delle apparenze, la porta si apre come se fosse perfettamente oliata.
Nessun cigolio, e anche se sembra destinata a cadere in pezzi a ogni centimetro della sua corsa, niente di tutto questo accade.

L'ambiente in cui ti trovi è assolutamente particolare, e non è del tutto chiaro se tu sia uscito all'aria aperta, anziché entrare in una stanza.
Di fronte a te si apre un ampio giardino d'inverno, o forse una grande serra aperta, dalle dimensioni indefinite.
Il pavimento di semplici assi di legno scompare nell’erba tenera, le pareti tonde sono di argilla rossa, modellata. Rampicanti ricoprono disordinatamente l'argilla per tutta la lunghezza delle pareti, arrampicandosi fino a dove l'occhio può vedere.
Fili di conchiglie scendono dall'alto. Alzando gli occhi non si riesce a distinguere il soffitto; ti sembra di scorgere in alto un complicato intreccio di fronde scure, in cui si aprono sprazzi di luce.
L'aria è immobile, calda e umida, e porta versi di animali in lontananza.

Sul pavimento, a una decina di passi dalla porta, è stesa una stuoia colorata luminescente con dei cuscini colorati adagiati sopra e uno zafu nero poco distante.
Alla tua sinistra un tavolino/tempietto con tutte le pietre sistemate nella ruota del colore. L’incenso brucia in volute a spirale spandendo intorno un odore intenso e acre. Sopra il tavolino c'è una candela accesa. Accanto, un’ampolla di vetro trasparente, riempita fino a metà d'acqua limpida, ospita una ninfea fiorita.
Un raggio di sole, in netto contrasto con la penombra dell'ambiente circostante, investe e circonda di luce calda il tavolino.

Alla tua destra c'è una piccola libreria in legno scuro. Sul primo scaffale ci sono alcuni libri, luminescenti anch’essi, e in alto barattoli riempiti con mille erbe dai nomi sconosciuti e piccole piante grasse. Sullo scaffale sotto ai libri, cd e dvd.
Davanti alla libreria brucia un piccolo fuoco circondato da rocce nere. Sopra le braci ribolle un vecchio samovar. Accanto al fuoco un vassoio con due tazze giapponesi in porcellana.
Due quadri di grandi dimensioni si fronteggiano, ornando le pareti nei punti lasciati liberi dai rampicanti: un fior di loto e uno scritto incorniciato.

La stanza è circolare e sulla curva opposta all'entrata si apre una grande vetrata che si affaccia sulla floresta lussureggiante, con alberi meravigliosi colmi di fiori e frutta, uccelli colorati e piccole scimmie urlatrici.
Sul lato sinistro della vetrata un maestoso albero cavo. Intorno alla cavità sono intagliati dei simboli e accanto all’entrata brucia l’incenso con le offerte.
In corrispondenza dell'albero cavo sul lato destro pende un drappo di seta cangiante dal viola al blu.


 
 
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