La stanza del vento
Oltre la terza porta della stanza di partenza.
Avvicinandoti alla porta ti accorgi di sentire una corrente fredda che passa sibilando furiosamente attraverso tutti gli spifferi.
Devi combattere un po' con la forza del vento per aprire la porta.
Una volta superata la porta, questa si richiude sbattendo violentemente dietro di te.
Il vento ti soffia forte sul viso e ti gonfia i vestiti; è molto piacevole e sembra come pulire tutto e spazzare via anche qualsiasi tipo di pensiero.
Davanti a te si snoda un sentiero chiuso ai lati da file di ontani, pioppi e salici. La vegetazione è così fitta che non si riesce a intravedere il cielo. La luce è quella di un tardo pomeriggio di mezza stagione, ma ogni tanto ci sono come dei lampi oltre le cime degli alberi. C'è molta elettricità nell'aria. Le fronde degli alberi sono agitate dal vento e si muovono incessantemente in tutte le direzioni. Il sentiero continua dritto per un bel po' e poi fa una curva decisa verso sinistra, dove ti sembra di intravedere qualcosa.
Facendo qualche passo sul sentiero avverti il rumore dell'acqua che scorre alla tua destra, dietro gli alberi.
Se scosti i rami bassi alla tua destra intravedi un ruscello che affiora a tratti in un tappeto di foglie secche e sassi levigati con riflessi dorati e viola. Le foglie fittissime si riflettono nell'acqua, insieme a qualche sprazzo di luce.
Tutt'attorno un muschio umido e verdissimo ricopre le radici degli alberi.
Il fiumiciattolo scivola piuttosto velocemente, come se corresse verso qualcosa. Da un lato si biforca verso destra entrando in quella che a prima vista sembra un'apertura scavata nella pietra dall'acqua.
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